Introduzione: La prima recensione, la dedico a colei che tanto m’ha fatto palpitare ai bei tempi dell’infatuazione pura, quando ogni incontro con una pianta carnivora aveva, spesso, i contorni della casualità ma nel fondo del palpitante cuoricino c’era sempre la speranzina che, entrando in un vivaio variopinto o in una profumata bottega di fiori si potessero scorgere laggiù, tra le felci e le orchidee, le forme incantatrici ed ammiccanti della più nobile delle piante carnivore: la Nepenthes.
Quando il miracolo si materializzava, alla sola vista delle foglie ricadenti e degli ascidii volteggianti in aria, un fremito forte percorreva pancia e nuca, allargava le pupille: il fascino esotico sussurrava di luoghi remoti, caldi ed intrisi di nebbia e mi trafiggeva, mentre bramavo solo portare a casa il testimone solitario di quella smisurata bellezza.
Negli anni ’80, la sola specie di Nepenthes in commercio era l’ibrido “(rafflesiana x ampullaria) x mirabilis”, ovvero “coccinea“. Amatissima Nepenthes x coccinea!
L’ho finalmente ritrovata nel caldo luglio del 2018, presso un vivaio americano, arrivata medio-piccola.
La sua crescita non ha avuto problema alcuno ed è stata rapida e costante. Inizialmente, ha trovato alloggio in puro sfagno ed un vaso profondo 15 cm, in serretta di plastica in esterno, ombreggiata. Era luglio/agosto e dentro grande caldo umido per favorire l’attecchimento.

Questo ibrido, per rendere al meglio necessita di altissima umidità ambientale, quasi satura ed irrespirabile. E caldo, tra 23 e 30 gradi tutto l’anno. Le sue foglie poco spesse si disidratano in un attimo, quando non hanno le condizioni ottimali, mettendo a rischio la vita dell’intera pianta. (Fattore di difficoltà, 4/5).
Le trappole: screziate di rosso fino a divenirlo quasi completamente, panciute e con l’imboccatura stretta. Il cappello talvolta eretto, piuttosto piccolo rispetto la bocca della trappola. In forma adulta, sono di 10-12-15 cm. Elegantissimo è il tendrillo: lunghissimo e sottile, sostiene l’ascidio con forza sopportando, proporzionalmente, un peso notevole.
Dopo la prima fase estiva in esterno, ho portato la serretta in casa ed illuminato dall’interno con una lampada a luce led fitostimolante (forse fin troppo intensa perchè il lato superiore delle foglie ha assunto delle tonalità rossastre, a macchie, quali indicatori di una esposizione elevata alla luce). In ogni caso, la crescita non ha conosciuto pause ne’ problemi nei successivi 8/10 mesi, che hanno portato a dimensioni crescenti:
Il portamento è eretto: dopo la fase iniziale a rosetta, sviluppa un unico fusto centrale e verticale (alcuni germogli basali vengono formati successivamente su piante molto sviluppate, dopo alcuni anni di vita) dal quale partono le foglie alternate tra un internodo e l’altro, lunghe 30-40 ed anche 50 cm.
La direzione di crescita di queste ultime è un elemento interessante: al fine di coprire più spazio possibile, le foglie crescono di volta in volta ruotate di “mezzo giro” o poco più rispetto all’asse del fusto, creando uno spettacolo complessivo di notevole effetto ed eleganza.
Infatti. Inizio estate scorsa. A meno di un anno dal piccolo scricciolo dentro al pacchetto di nylon raggrinzito (che ha viaggiato per 15 giorni) la mia amatissima Nepenthes avanza speditissima: una cinquantina di centimetri di fusto, una decina di trappole perfette e brillantemente colorate di un rosso fuoco divampante. E gonfie di liquido digestivo, madide di goccioline di zucchero allettanti ed irresistibili!
Non l’ho più riportata in esterno. Sempre in casa, luce led e temperatura costante tutto l’anno, senza nessuno sbalzo. Nel vaso profondo 25 cm, torba, perlite, bark per orchidee in parti uguali. Acqua abbondante da sopra, nebulizzazioni quotidiane o, comunque, molto frequenti.
Febbraio 2020.
Non si ferma più, la mia fascinosa Regina! Ha trovato ambiente ideale, mi pare di capire, e qui ha davvero voglia di lasciarsi ammirare in tutta la sua avvenenza. Ed abbiamo pure già fatto talea, eh? E pensare che in commercio risulta praticamente introvabile, pur ampliando la ricerca globalmente! Da pianta diffusissima a pianta rarissima, in un lasso di tempo di trent’anni…
Pensandoci, i motivi di questa inversione di tendenza potrebbero essere sostanzialmente due.
Il primo: è una pianta rognosetta, di quelle che “non sono loro che si adattano ma sei tu che devi adattarti a loro”, quindi occorre predisporre una situazione “ad hoc”, soprattutto in relazione alle temperature, perchè altrimenti nisba;
il secondo: è stata soppiantata da esemplari di Nepenthes più robusti, più resistenti, più grossi e grassi e lunghi, più forzuti, più colorati, più affamati, più…no, più belli no!
Più quello che vuoi, più tutto, ma più belli proprio no!
