Questa storia l’ho già scritta e raccontanta tante volte, probabilmente perchè ogni anno passa da qui il suo spirito guida, che bussa e si fa sentire, quasi fosse per il timore di non veder rispettato un appuntamento di irrinunciabile richiamo. Mi riferisco alla fioritura dei tigli, che tocca la fine di maggio e la prima quindicina di giugno quando, spesso, l’aria tiepida dell’inizio estate si sposa con l’umidità del temporale prepotente che lascia subito spazio a squarci di profondo azzurro cobalto, macchiato dal candore puro di nuvole perfette.
La fioritura dei tigli è un fatto serio sapete, ha la stessa potenza magnetica della luna, almeno su due abitanti del luogo cioè io e l’ape!

Quest’ultima, insieme ad un esercito di compagne di lavoro, si trova là in mezzo a quella miscela-capolavoro di pollini e profumi, intenta a portare a casa la maggior quantità possibile di essenza preziosa, lasciandosi avvolgere avidamente, abbracciare voluttuosamente, imbrattare fin sopra l’ultima setola del velluto sul suo addome, perchè anche la più piccola briciolina è un bene da preservare e da godere appieno, fin l’ultima molecola.
Là in mezzo, ci sono anche io. Butto naso e faccia tra foglie, fiori ed api per rubare un poco a loro quel dolce bendidio, rischiando una puntura, che poi mai arriva perchè penso mi comprendano: per me vale come un viaggio nel presente splendido dell’estate che inizia, e nel passato delle estati che furono, cominciate sotto le volte fiorite dei grandi tigli.

C’era una volta il negozio della fioraia Marta, che esplodeva di rigoglìo variopinto di eccelse essenze fiorite. Una botteghina piccina, molto curata, dal gusto provenzale-vintage della distinta signora. Si trovava in una posizione stupenda del centro del paese, ai margini di una piazzetta sulla quale regnavano incontrastati enormi tigli secolari, le cui chiome ombreggiavano tutto d’attorno.
Ecco. Ci siamo. Siamo al punto di contatto tra me, le piante carnivore, il negozio della Marta, l’inizio dell’estate ed i tigli. Perchè era lì, in questo preciso momento tiepido dell’anno, quando le scuole volgevano al termine dell’anno scolastico ed io avevo 12 anni, che arrivavano fresche fresche dai produttori olandesi, le prime piante di Dionaea nei loro umidi vasetti di terracotta.

Ah, che bellezza, che gioia, che piacere trovare, in certe mattine terse, la cassettina contenente tutte quelle trappoline rosse! C’era solo l’imbarazzo della scelta! Rimanevo in contemplazione per ore, prima di prenderne una, la mia regina, la mia prima scelta!

E i tigli? I tigli fiorivano grassamente, silenziosi ed ammiccanti, in quelle ore. Fiorivano e profumavano ed io, mentre ammiravo le mie amatissime, incameravo involontariamente essenze e creavo indelebili memorie.

Per questo anche ora, a distanza di decenni, mi piace ricordare questa storia: quando fioriscono i tigli, arrivano le dionee. Mi pare incredibile, ma quando butto naso e faccia tra i fiori e le api danzanti, chiudo gli occhi e magicamente vedo esattamente quelle piante di Dionaea là!
E’ un viaggio ormai costante, ad ogni inizio dell’estate.
E la Marta? La Marta c’è ancora, ora in pensione, anziana bella signora dallo stile provenzale-vintage. Quando per caso mi incontra mi sorride ed ogni volta mi dice: “Diomio Andrea, quanto tempo stavi lì a guardare quelle piante carnivore!”
Lo so, cara Marta. Anzi, se osservi bene, quando fioriscono i tigli, io sono ancora lì.
(by Andrea Amici, piante carnivore ed immagini sono dell’autore)

Và nel corpo ciò che scrivi,hai la capacità,il dono, di far vivere,incarnare,vere e proprie sensazioni.Forse,qualche altra animina,con le tue parole ed emozioni, la porti là con te.Grazie.
Grazie a te,per esserci insieme a me.
Era il 1980.
Frequentavo le discoteche, come la stragrande maggioranza dei teenagers di allora, ma in radio passava il grande Adriano con la note di questa canzone…
“ Si cresce in fretta alla tua età . Non me ne sono accorto prima E intanto il tempo se ne va… ! “
Concordo con quanto scritto da Gocce di China…
Mitico Andrea!
Un grande abbraccio!!!!